Negli ultimi 10 anni le presenze certificate in Trentino sono salite del 19,2%, (del 18,1 negli ultimi 5 anni). E quelle certificate internazionali, da sole, hanno subito nello stesso periodo un aumento del 33,9% (del 13,5% negli ultimi 5 anni).
In termini di arrivi, gli ultimi dieci anni hanno visto un incremento del 40,4% (26,2% dal 2014). Nello specifico, gli arrivi internazionali, sono cresciuti del 46,5% (19,6 percento del 2014).
Dal punto di vista della stagionalità le presenze hanno il loro picco in estate (36,9% delle annuali) ed in inverno (36,4%). Anche se primavera (14,7%) ed autunno (12 %) hanno assistito ad un deciso aumento negli ultimi 10 anni (rispettivamente 22% e 33,1% contro il 17,6% e il 15,7% di inverno ed estate).

Ho voluto riportare questi numeri in percentuale perché l’unico modo per registrare il successo di una destinazione turistica è misurarne gli arrivi.
Il maggior numero di arrivi avviene solo (dopo un’attenta strategia di marketing e) migliorando l’esperienza degli ospiti, preoccupandosi del Turista a 360° quando è sul territorio, ovvero ponendo estrema attenzione all’ambiente e alla qualità della vita, alla cura e alla bellezza, alla mobilità e alle esperienze uniche, ad offrire servizi di elevata qualità.
Si sente spesso parlare di Trentino come “destinazione intelligente” capace di connettersi al turista ed utilizzare strategicamente i dati e le informazioni raccolte.
Non è semplice soddisfare gli ospiti del 2020, quando le aspettative sono elevatissime e le informazioni a portata di mano. Ormai tutti si aspettano esperienze straordinarie in luoghi di forte ispirazione.
Qual è allora la formula del successo?
La maggior parte delle strutture ricettive sono ancora a conduzione familiare, con una forte identità territoriale, che viene comunicata e trasmessa con unicità e determinazione.
La capacità di fare rete e posizionare sul mercato un unico prodotto (I’intero modello regionale!) di altissima qualità. L’interconnessione tra pubblico e privato, oltre alla continua formazione del personale, al richiamo dei migliori capi servizio da tutto il resto dello stivale, (la differenza – nei servizi – la fa sempre il fattore umano!).
Oggi gli albergatori – vero motore di tutto il sistema Trentino – stanno modificando le strutture anche fisicamente per offrire un’esperienza turistica più confortevole. Dalle camere alle lobby, anche le hall sono rivisitate in un’ottica più calda e accogliente rispetto all’allure pragmatica respingente degli anni scorsi.

Dalla fredda eleganza di front-desk dell’altezza proibitiva a zone lounge in cui effettuare il check-in su tablet, sprofondati in morbide poltrone mentre si sorseggia un drink.
Tendono a scomparire gli spazi sconfinati con reception gigantesche, che vanno invece ripensate con maggiore creatività e flessibilità in favore di aree più invitanti, in grado di stanare la gente dalle proprie camere e far sì che possa socializzare e, perché no, acquistare con maggiore probabilità i servizi proposti dall’hotel.
La hall è peraltro, la zona più consona per creare quella compenetrazione esterno – interno che riscuote sempre più successo, con introduzione di elementi naturali come cascate d’acqua, boschi verticali, pareti ad alimentazione solare, oggetti decorativi fatti a mano che sono vere e proprie opere d’arte.
Strategie che portano l’hotel a diventare una destinazione a sé, in quanto spazio disegnato a soddisfare differenti e specifiche esigenze.
I clienti sono d’altronde sempre più orientati verso ciò che si può sperimentare e condividere a discapito di ciò che si può possedere ma a patto che sia memorabile!









